Avvisiamo i visitatori che il nostro sito utilizza solo cookies tecnici.

JoomlaTemplates.me by iPage Reviews

LETTERA AI LAVORATORI DEL CAMPUS ERICSSON

Categoria: News Ericsson TEI Creato: Venerdì, 27 Gennaio 2006 Pubblicato: Lunedì, 08 Dicembre 2008 Scritto da rsuroma.tei

Durante il mese di dicembre la RSU di Roma Ericsson TEI vi aveva comunicato che i lavoratori di Installation Engineering e Data Transcript (IE e DT) erano entrati in sciopero degli straordinari, del lavoro notturno e di tutte le flessibilità, reperibilità inclusa, per sostenere il diritto di cinque loro colleghi precari ad essere assunti da Ericsson che invece aveva l'intenzione di mandarli via dopo averli sfruttati per almeno cinque anni. ...

Di quei cinque colleghi purtroppo solamente uno ce l'ha fatta ad essere riconfermato a tempo indeterminato, gli altri quattro sono stati mandati via il 31/12/2005.
La storia che vi stiamo raccontando è purtroppo abbastanza comune in Ericsson dove la precarietà si articola in diverse forme e talvolta rimane nascosta, quasi invisibile agli occhi dei più; comune però non è stato lo straordinario atteggiamento assunto dai lavoratori di IE e DT nel decidere di manifestare apertamente la loro indignazione ed il loro dissenso, verso questo arrogante ed irresponsabile atteggiamento aziendale.
La loro azione è stata straordinaria anche perché hanno saputo resistere uniti, alla pressione dell'azienda che in maniera del tutto antisindacale, tramite alcuni dei suoi dirigenti, si rivolgeva direttamente ai lavoratori in lotta cercando di convincerli, con le buone o con le cattive, affinché riprendessero la reperibilità ed il lavoro notturno. Alla prepotenza dell'azienda il Sindacato ha risposto immediatamente con un comunicato efficace di FIM-FIOM-UILM Territoriali, che intimava Ericsson a non procedere oltre con detti atteggiamenti (click qui per vedere il comunicato).
La RSU ha redatto questa lettera sia per informare i lavoratori del Campus Ericsson dell'accaduto ma anche e soprattutto per rendere onore a quei lavoratori che coraggiosamente si sono esposti per difendere un loro collega, capendo che l'abuso di un diritto non riguarda solo chi lo subisce direttamente ma l'intera collettività che lo circonda. Certo rimane il dispiacere di tutti noi per non essere riusciti a tutelare sindacalmente i nostri colleghi a cui ora rimane solamente di far ricorso ai legali che le strutture sindacali hanno messo a disposizione, ma il rammarico di non aver fatto tutto quello che si poteva fare stavolta non c'è.